Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaI giudici della Corte d’appello di Roma hanno sospeso il trattenimento di tutti i 43 migranti bengalesi ed egiziani portati nel centro di Gjader, in Albania. I giudici hanno sospeso il giudizio e rimesso gli atti alla corte di Giustizia Ue. I migranti arriveranno a Bari in serata su una motovedetta della Guardia costiera.«C’è grande stupore, perché a nostro avviso non c’è la necessità di aspettare il pronunciamento della Corte di giustizia europea» è la reazione attribuita a fonti di governo.Loading…Respinte le richieste di asiloErano state tutte respinte, a eccezione di una, anche le richieste di asilo dei migranti rimasti nel centro albanese. Il responso è arrivato all’indomani delle audizioni in videoconferenza con la Commissione asilo per l’esame dell’iter delle domande di protezione internazionale: tutte sono state giudicate “manifestamente infondate” e solo una persona non ha ricevuto il diniego e sarà ascoltata in procedura ordinaria, poiché è stata riscontrata una vulnerabilità.Le proteste del Tavolo per l’AsiloI 43 migranti avranno ora 7 giorni di tempo per fare ricorso contro il rigetto della loro domanda. Per il Tavolo Asilo e Immigrazione, che è al terzo giorno della sua missione in Albania con i parlamentari del gruppo di contatto per il monitoraggio dei centri italo-albanesi, «le Commissioni operano chiaramente in continuità con la manifesta volontà dell’esecutivo di respingere i richiedenti asilo, in spregio al diritto internazionale, europeo e costituzionale». Il Tavolo denuncia infatti che «le persone non hanno potuto farsi assistere da un legale né sono state messe in grado di prepararsi per le audizioni con adeguata informazione legale».Le tensioni con la magistraturaLa nuova liberazione collettiva degli extracomunitari trasportati nella struttura, come quelle avvenute nei precedenti trasferimenti di ottobre e novembre scorsi, fa salire la tensione tra il governo e la magistratura, arrivata ai massimi livelli dopo l’iscrizione della premier Giorgia Meloni nel registro degli indagati per il caso Almasri, il generale libico accusato di crimini contro l’umanità arrestato in Italia, ma poi rilasciato e rimpatriato.