Tra bollette (si spera) più leggere e salari in lieve ripresa, il futuro economico dell’Italia si prepara a cambiare ritmo, ma senza grandi scossoni. Stando ai dati Istat, l’inflazione rallenta, il mercato del lavoro si stabilizza, e i consumi riprendono fiato, promettendo un 2025 all’insegna di una crescita graduale. Ovviamente, non è tutto oro quello che luccica: dalla spesa settimanale alle uscite al ristorante, ogni piccola abitudine dovrà fare i conti con rincari che, pur contenuti, non passeranno inosservati: 100 euro nel 2024 non saranno uguali ai 100 euro nel 2025.
E se una pizza o una colazione al bar sembrano oggi piccoli piaceri quotidiani, proiettandoci addirittura al 2030 potrebbero trasformarsi in spese che richiedono un po’ più di attenzione. Allo stesso tempo, i carrelli della spesa continueranno a rispecchiare l’andamento dei prezzi, ricordandoci che anche la stabilità può avere il suo prezzo.
Inflazione: stabilità all’orizzonte
Per l’anno prossimo, i prezzi sembrano destinati a rallentare la loro corsa. Stando ai dati della Bacnca Centrale Europea, l’inflazione nell’Eurozona è prevista al 2,4% nel 2024, per poi scendere all’1,9% nel 2025 e mantenersi su quel livello nel 2026.
Questa discesa riflette soprattutto il calo dei costi energetici, un sollievo per i bilanci familiari. Tuttavia, la riduzione è graduale: un cambiamento che si farà sentire, ma senza trasformazioni radicali.
Crescita economica: miglioramenti contenuti
Il prodotto interno lordo cresce con ritmi moderati. L’incremento previsto è dello 0,7% nel 2024, con un’accelerazione all’1,2% nel 2025. La crescita economica, pur più sostenuta, rimane vincolata a una ripresa ancora fragile, segnata da una seconda metà del 2024 meno brillante del previsto. Solo nel 2026 si prevede un passo più deciso, con un aumento stimato dell’1,4%.
Lavoro: numeri stabili e segnali di fiducia
Il mercato del lavoro mostra una certa solidità. La disoccupazione nell’Eurozona si attesterà al 6,5% fino al 2025, con una lieve discesa al 6,4% nel 2026. Questa stabilità contribuisce a rafforzare la fiducia nelle imprese e tra i lavoratori, ponendo le basi per un mercato più vivace e dinamico.
Italia: verso una crescita lenta ma costante
Il Pil italiano si muove su traiettorie prudenti: +0,5% nel 2024, grazie al contributo dell’export, e +0,8% nel 2025, trainato da una domanda interna più robusta. L’economia italiana rimane in equilibrio tra la necessità di sostenere i consumi interni e la spinta delle esportazioni.
Le famiglie italiane potrebbero beneficiare di un potere d’acquisto più stabile. La crescita delle retribuzioni reali e la tenuta del mercato del lavoro sosterranno i consumi privati, attesi in aumento dello 0,6% nel 2024 e dell’1,1% nel 2025. Non è purtroppo una rivoluzione, ma un piccolo passo avanti verso una maggiore serenità economica.
Investimenti: una frenata in attesa di stimoli
Dopo la corsa del 2023, gli investimenti rallentano. Nel 2024 si prevede un aumento minimo dello 0,4%, frenato dalla fine degli incentivi edilizi. Il 2025 non segnerà progressi significativi, ma l’impatto del Pnrr e i tassi di interesse in calo potrebbero preparare il terreno per una ripresa più marcata negli anni successivi.
Inflazione e spese delle famiglie: un equilibrio delicato
Nel 2024, il calo dei prezzi dell’energia aiuterà a tenere a bada l’inflazione, con i costi per le famiglie che cresceranno appena dell’1,1%. Questo significa bollette meno pesanti e un impatto più lieve sui beni di uso quotidiano. Nel 2025, però, con consumi più solidi, l’inflazione potrebbe tornare al 2%, un livello più normale e sostenibile. Un mix che lascia intravedere un clima economico più stabile e prevedibile.
Export e commercio: il traino esterno
La domanda estera continuerà a sostenere la crescita italiana, con esportazioni in aumento del 2,5% nel 2025. Il deprezzamento dell’euro e la ripresa dei mercati internazionali offriranno un ulteriore impulso, bilanciando la debolezza della domanda interna.
Quanto costerà fare la spesa (e uscire a cena) nel 2025
Ma veniamo alla domanda dell’introduzione. Quanto e cosa compreremo con 100 euro l’anno prossimo? Nonostante le belle notizie sulla ripresa, nel 2025, riempire il carrello costerà un pizzico di più. Con l’inflazione stimata al 2%, la spesa di 100 euro per i beni essenziali potrebbe salire a circa 101 euro. Il rincaro è contenuto, ma non invisibile, e interessa sia il cibo sia i prodotti per la casa.
Partiamo dagli alimentari: cinque confezioni di pasta e due chili di riso passeranno dai 7 euro attuali a poco più di 7,10 euro, mentre il pane fresco costerà poco più di 3 euro al chilo. Per latte e uova, preparatevi a spendere circa 8,20 euro, mentre olio e condimenti potrebbero superare la soglia dei 10 euro. Carne e pesce, con pollo e merluzzo surgelato, arriveranno intorno ai 15,30 euro, mentre frutta e verdura di stagione si manterranno intorno ai 16,30 euro complessivi.
Prendiamo in analisi i costi dei prodotti da colazione al supermercato. Biscotti, cereali e marmellata costeranno in media poco più di 6 euro, mentre il mix di passata di pomodoro, formaggi e prosciutto si avvicinerà ai 13,30 euro. Non mancano piccoli rincari anche per i prodotti per la casa, come detersivi e shampoo, che supereranno di poco i 12 euro.
E se invece pensiamo a una cena fuori? Oggi due persone in un all you can eat di sushi spendono circa 90 euro, bevande incluse. Nel 2025, questa cifra potrebbe lievitare di qualche euro, sfiorando i 92 euro. Non abbastanza da rovinare l’appetito, ma sufficiente a far riflettere su come anche i piccoli lussi risentano dei movimenti dei prezzi.
Quanto spenderemo per una pizza o una colazione nel 2030?
La situazione si fa interessante se pensiamo al futuro e azzardiamo qualche ipotesi. Una serata con pizza e birra potrebbe pesare un po’ di più sul portafoglio nei prossimi anni. Se oggi uscire per una pizza costa in media 25 euro a persona, nel 2026 sarà necessario metterne da parte almeno 26 euro. Ma è guardando al 2030 che il conto inizia a farsi più salato: la stessa cena potrebbe avvicinarsi ai 28 euro, trasformando una serata casual in un piccolo lusso settimanale.
E la colazione al bar? Cappuccino e cornetto, che oggi sono sinonimo di un buongiorno a 5 euro, diventeranno leggermente più impegnativi. Nel 2026 serviranno almeno 5,20 euro, ma nel 2030 si rischia di sfiorare i 5,63 euro. Certo, non sembrano cifre da capogiro, ma sommando queste piccole spese abituali, il peso sui bilanci mensili inizia a farsi sentire.