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Pos collegati al Fisco da gennaio 2026, gli obblighi per gli esercenti

di Redazione Panorama Italia
17/03/2025
Pos collegati al Fisco da gennaio 2026, gli obblighi per gli esercenti

Nuovi obblighi per gli esercenti sui Pos. Le regole sui terminali di pagamento fissati dalla Legge di Bilancio cambieranno la gestione delle transazioni elettroniche nei punti vendita. Saranno infatti comunicate in tempo reale al Fisco. Con un recente provvedimento, l’Agenzia delle Entrate ha fissato le modalità e le specifiche tecniche alle quali i commercianti si dovranno adeguare a partire dal prossimo gennaio.
Dunque, dal 2026 i Pos saranno integrati alle casse, allo scopo sia di combattere l’evasione fiscale, sia di automatizzare il più possibile gli adempimenti.

Le nuove regole sui Pos
Secondo quanto stabilito dalla Manovra 2025, dal prossimo gennaio Pos e registratori di cassa telematici saranno integrati. Si uniranno in un’unica operazione pagamento e registrazione fiscale, con un collegamento diretto col Fisco, così da evitare omissioni ed errori.

Mentre la grande distribuzione si è già adeguata a questo tipo di sistema, gli obblighi incideranno sulle attività dei piccoli esercenti con al massimo un registratore di cassa e pochi Pos. Ciò sia per quanto riguarda i terminali tradizionali sia per i software Pos e tutti gli altri sistemi di pagamento elettronico.
Diversamente da quanto avvenuto per l’automatizzazione delle procedure fiscali negli ultimi anni, come ad esempio con il bonus registratore di cassa, in questo caso non sono previsti rimborsi o agevolazioni per l’adeguamento alle nuove regole da parte dei commercianti.
I controlli e le sanzioni
Secondo la normativa, il registratore dovrà dunque memorizzare le informazioni, eccetto i dati personali del cliente, di tutte le transazioni, che saranno inviate all’Agenzia delle Entrate. Ciò insieme all’ammontare complessivo dei pagamenti elettronici giornalieri, indipendentemente dalla registrazione dei corrispettivi da parte dell’esercente.
In caso di mancato collegamento tra Pos hardware e software e registratori di cassa, sono previste sanzioni fino anche a 4mila euro.
Per l’omessa o tardiva trasmissione, oppure anche per l’invio di dati incompleti o non veritieri dei corrispettivi giornalieri, se la violazione non ha inciso sulla corretta liquidazione del tributo, è prevista una sanzione di 100 euro per ogni operazione, ma entro un tetto di 1000 euro per ogni trimestre.
Cifre previste anche in caso di mancata memorizzazione e trasmissione dei pagamenti elettronici. La sanzione amministrativa va da 1000 a 4mila euro se lo strumento hardware o software tramite i quali vengono effettuati i pagamenti elettronici non viene collegato allo strumento con il quale sono registrati e memorizzate le operazioni.
Nel provvedimento datato 7 marzo 2025, l’Agenzia delle Entrate specifica che il punto di emissione, ossia il dispositivo o il sistema dove è installato il software che registra i dati fiscali delle operazioni, mantiene le informazioni nelle ultime 48 ore. L’obiettivo è quello di renderle disponibili in caso di verifiche del Fisco.
Se l’esercente decide di interrompere il rapporto con l’erogatore del servizio, così come in caso di disattivazione del software, la società è tenuta a consegnare al commerciante tutti i dati memorizzati. In ogni caso l’esercente deve comunicare all’Agenzia delle Entrate la disattivazione.

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